Marat Sade

Il nostro Liceo Artistico, con il Gruppo Teatrolaboratorio si è presentato con lo spettacolo MARAT-SADE da Peter Weiss, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 7 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nell'ottobre 2004 ed ha ricevuto due Premi importanti.

  1. PRIMO PREMIO
  2. PREMIO per la CORALITA' con la seguente motivazione:
    IL coraggio della scelta di un testo quasi irrappresentabile oggi si accompagna con il lavoro tutto interno all'Istituto scolastico di preparazione laboratoriale e costruttiva che ha coinvolto una vasta e ben assortita equipe di ragazzi docenti e personale amministrativo.
    Il risultato è straodinario per l'efficacia dei meccanismi teatrali, che non lascia spazio a sbavature di sorta, per la cura dei dettagli e l'interprestazione omogenea di un gruppo il quale mantiene, dall'inizio alla fine una costante presenza corale in palcoscenico, sostenute anche da convincenti interpretazioni individuali.
    Di particolare interesse è la scelta musicale con alcune composizioni originali cantate del vivo, con adeguati movimenti coreografici.

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 FOGLIO DI SALA

Francia, 1808. Da quattro anni Napoleone è Imperatore e la Rivoluzione sembra cosa lontana.
Nell’ospedale psichiatrico di Charenton, tra malati di mente e dissidenti politici, è rinchiuso anche il Marchese de Sade che, grazie alle idee illuminate e progressiste della Direzione, gode del favore di poter continuare a scrivere e scrivere anche testi teatrali e metterli in scena facendo recitare i pazienti ricoverati. E fin qui è storia documentata.

Peter Weiss ha scritto il “Marat-Sade” a partire da questa situazione, costruendo un dramma nel dramma: i malati interpretano tutti i personaggi (ad eccezione del Marchese, del Direttore e delle Suore) così che ognuno è contemporaneamente un malato e il personaggio da lui stesso interpretato.
Si pone con questo il primo doppio livello di situazione e di significato in ogni gesto, in ogni parola all’interno della rappresentazione.
E’ festa per l’Ospedale e i malati ballano sotto lo sguardo vigile delle Suore. Il Direttore presenta con orgoglio lo spettacolo: l’assassinio di Marat da parte di Charlotte Corday, nel lontano 1793.
Anche sul piano temporale si ha continuamente un doppio rimando: uno è il tempo presente in cui i malati allestiscono lo spettacolo, un altro quello passato dei fatti raccontati dal dramma.
Intervengono quindi diversi banditori a presentare personaggi e interpreti (compariranno più volte a commentare l’azione, a dialogare col pubblico o a tranquillizzarlo nei momenti in cui la situazione sembra sfuggire di mano).

Il dramma inizia subito col clima turbolento della rivoluzione.
Parigi è in preda al delirio del Terrore: morte, orrore, sangue dilagano ovunque. La ghigliottina lavora giorno e notte; le piazze delle esecuzioni straripano di folle entusiaste, sguaiate e indecenti; tutti sono nemici di tutti, la piazza acclama tutto e tutto condanna.
La nobiltà, già a grandi numeri avviata alla ghigliottina, ancora si trastulla nei suoi fatui rituali di corte.
I malati un po’ recitano le parti che hanno imparato, un po’ si fanno prendere dalla situazione e dalle parole, così estranee al mondo dell’ospedale, e non è chiaro se questi siano momenti di uscita dalla propria follia o al contrario di più profonda caduta in balìa di essa.
A tratti affiora, da uscite inconsulte, la vera realtà dell’ospedale che segrega, rinchiude e riduce al silenzio individui di ogni classe sociale, malati e non malati ma tutti ugualmente sgraditi all’ordine costituito.
Tuttavia, ad ogni sbandamento intervengono il Direttore e le Suore a ribadire quell’ordine e ad esaltare il tempo presente che ha definitivamente superato il caos e i conflitti della Rivoluzione.
Qua e là si fa avanti anche un gruppo di improvvisati cantori: pazienti-popolani di infimo ordine che, con l’arguzia, lo sberleffo ma anche la pietà dell’animo popolare, anticipano, commentano e contrappuntano azioni e parole sia dei personaggi sia della situazione presente all’ombra di Napoleone.

Di Marat, attivissimo teorico e protagonista della Rivoluzione, si racconta l’ultimo giorno, nella sua casa, nella vasca ove si curava una malattia della pelle, assistito dalla fedele compagna Simonne e lì raggiunto e assassinato dalla Corday.
Sofferente per la malattia, egli sperimenta ora anche il dubbio, la delusione politica, la visione di tutta una vita di azione e di studi in tutti campi, dalla medicina, alla fisica, alla fisiologia, al diritto, sempre al di là dei confini riconosciuti e accettati, sempre duramente avversati dalla cultura ufficiale.
Ma, per una ulteriore sovrapposizione di piani tra realtà e rappresentazione, Marat non parla solo con i personaggi del dramma ma dialoga anche e soprattutto con il Marchese de Sade, autore e regista del dramma stesso. Dal confronto emergono due concezioni opposte: alla volontà di Marat di cambiare il mondo con la propria azione, il Marchese oppone una visione amara, disincantata, individualistica ed estetica dell’uomo e della storia.
Di Charlotte Corday, giovane nobile di Caen decisa a sacrificare la vita per salvare la Francia dagli eccessi della rivoluzione portati da Marat, si racconta il maturare della decisione, l’aggirarsi per la città sconvolta dalla violenza, il desiderio di contribuire a costruire un mondo migliore, il triplice tentativo di farsi ricevere nella casa di Marat e infine l’assassinio.

Contatti

Liceo Artistico Statale Renato Cottini 

Via Castelgomberto, 20, 10136 Torino
Tel. 011 3241252 - 011 3241320
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