La Gatta Cenerentola

Il Gruppo Teatrolaboratorio con lo spettacolo La Gatta Cenerentola da Roberto De Simone, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 9 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nel novembre 2006 ed ha ricevuto il PREMIO PER IL TEATRO MUSICALE con questa motivazione:

Questa riduzione della Gatta Cenerentola di De Simone è certamente il prodotto migliore tra le opere musicali allestite dagli Istituti scolastici italiani e proposti al Festival.
E' straordinario il lavoro di formazione delle voci, di realizzazione dei costumi, di ricostruzione delle partiture musicali, di preparazione linguistica su un napoletano arcaico, recitato da ragazzi di altre matrici regionali.
Tutta questa complessa opera corale è stata interamente realizzata attraverso competenti risorse interne al Liceo Artistico, avendo in questo modo assicurata una significativa continuità di lavoro.

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 FOGLIO DI SALA

“Quando cominciai a pensare alla Gatta Cenerentola pensai spontaneamente a un melodramma” esordisce l’autore nella prefazione al testo. E noi abbiamo pensato a questo Melodramma per rispondere alla richiesta dei nostri allievi di mettere in scena uno spettacolo musicale Uno spettacolo musicale diverso dai musical che siamo abituati a vedere e a volte a subire. Una fiaba che tutti conosciamo e pure diversa, che ci conduce su sentieri inesplorati prima.

Molti ricordano negli anni ’70 il grandioso successo internazionale di quest’opera complessa, ricca di spunti, in cui si intrecciano e si riecheggiano linguaggi diversi: parola, immagine, musica, canto; in cui la parola è quella della lingua napoletana e sa modularsi su tutti i registri, dall’invettiva allo sberleffo, dal languore amoroso all’incantesimo, dall’ironia al cinismo.

E quella lingua napoletana non è un ostacolo alla comprensione ma è un mezzo espressivo che, insieme alla gestualità e alla sonorità, si impone alla nostra attenzione.

“Parole di un mondo diverso dove tutte le lingue sono una e le parole e le frasi sono le esperienze di una storia di paure, di amore e di odio, di violenze fatte e subite allo stesso modo da tutti. […]

La favola di Cenerentola è la storia di tutta una gente: le sue frustrazioni, le sue aspirazioni, il suo malessere, il suo desiderio di trasformazione, gli aspetti di un matriarcato che ha subito la violenza del patriarcato e la conseguente negatività dello stesso matriarcato dopo tale scontro” così ancora l’autore.

Cenerentola è gatta del focolare, sguattera e serva nella casa della matrigna con sei sorellastre (e sei sorelle sono le Madonne della Campania, ricordo di divinità pagane sulle quali prevalse, come vergine, la settima: la Madonna o Cenerentola). Come donna del popolo ha familiarità col potere, che subisce, ma anche con i poteri buoni dei monacelli, spiriti-folletti della casa che la trasformano in principessa per il ballo a palazzo reale. Cenerentola è Napoli stessa, città perennemente sottomessa al giogo di un potere straniero (soldati spagnoli, soldati francesi), disincantata e sognatrice, in cui però ancora accadono incantesimi e prodigi. Cenerentola è il popolo di Napoli, che in lei si riconosce e su di lei proietta frustrazioni e aspirazioni, come fanno le lavandaie: “E’ insomma nel personaggio femminile di una certa classe che il popolo qui si riconosce come per un antico desiderio di avere un capo che non sia la negativa figura del potere maschile.”

Opera corale che esprime un sentire collettivo popolano e colto, quotidiano e sacrale allo stesso tempo, che raccoglie attorno al personaggio di Cenerentola molteplici tradizioni letterarie e popolari in una trama fitta di simboli e di significati.

Apparentemente scanzonata, ironica, allegra, dal ritmo incalzante, a tratti frenetico, in realtà ruota attorno alle angosce centrali dell’esistenza: il sesso, il sacro, la morte.

Infiniti i riferimenti espliciti o simbolici alla sfera sessuale, a cominciare dalla scarpetta perduta (‘a chianella), che è simbolo di verginità e fecondazione allo stesso tempo. Ma secondo talune tradizioni a perdere la chianella fu per prima la Madonna e così si accende tutta una

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Liceo Artistico Statale Renato Cottini 

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